Un indimenticabile Enrico Montesano travestito da romantica donna
inglese esclamava “molto pittoresco” ad ogni piè sospinto. Le occasioni
“d’entusiasmo” di Milady derivavano da visoni grossolane, grottesche e
cialtrone del nostro bel paese. Era la televisione degli anni ’70 e ad
occhio e croce sono passati trent’anni. Adesso prendete un turista continentale contemporaneo, cotto a puntino dalla canicola della Sardegna,
trasportatelo per una sera dai bagni di mare ad un rigoroso bagno
d’entroterra (e “più dentro”si va meglio è) con opzione festa o sagra di paese
e aspettate le prime due parole che pronuncerà. Milady e il nostro
paonazzo turista avranno lo stesso ebete entusiasmo. Spieghiamo il
perché.
Ci sono due tipologie di festa/sagra sarda: quelle dove il comitato organizzatore non fa da mangiare e quella dove lo fa. Di solito si festeggia un santo patrono,
ma ci sono anche paesi che festeggiano il santo di riserva per
festeggiare due volte. Si narra di piccole comunità che organizzano
festeggiamenti nella propria piccola cittadina di un santo patrono di un
paese attiguo. La prima tipologia demanda l’oneroso compito a terzi,
non prima d’averci spiegato per filo e per segno (a volte persino
mostrato) quanto sono buoni i loro piatti tipici e quanto sono bravi a cucinarli. Non fatevi illusioni però, a noi mortali non è dato assaggiare. Quindi chi allieterà lo stomaco del forestiero? Le opzioni sono di nuovo due. La prima è la più veloce e pericolosa: il “panino cadozzo” servito da camion omonimo. Trattasi di panino a tre gustose scelte, cavallo, salsiccia o pancetta
con contorno di cipolla fritta. La digestione sarà la vostra personale
via crucis. La seconda è apparentemente senza ruote, ma in realtà
viaggia eccome. Proviene dal nuorese, almeno così sta scritto sull’insegna ed è il più grande assassino di maialetti da latte dell’universo, a giudicare dalla quantità arrostita al minuto secondo. Da lui troverete anche cordula (ovvero frattaglie ed interiora), ma in mezzo al poderoso fumo a volte fanno “bella mostra” di se anche dei muggini. Il pesce in realtà non lo prende nessuno, è li per par condicio. Il Trimalcione nuorese non è economicissimo
e quando lo troverete per la sesta volta in sei posti diversi vi farete
anche voi le prime domande sull’industrializzazione spinta
dell’arrostitore folle. Per la digestione vedi sopra, ma se digerite i
sassi nessun problema.
Altra storia se il comitato cucina ma anche
qui le variabili si biforcano. Opzione uno (chiamiamola Imprevisti,
come nel Monopoli): il comitato cucina panini, o meglio infarcisce
panini. Scelte, le solite (vedi panino cadozzo). Ripassa dal via e digerisci tra due settimane.
Opzione due, Probabilità, siete fortunati: la proloco cucina. Ma
diciamolo subito per i vegan-vegetariani o deboli di stomaco non c’è
trippa per gatti. Menù tipico: pecora bollita con o senza fave. Varianti rare: agnello, cinghiale, pane con olio fritto. A volte la sagra è a pochi metri dal mare ma il menù è sempre di terra. Ci vorrebbe una missione internazionale di psicologi senza frontiere
per capire il perché la Sardegna, isola nel Mediterraneo, conservi
verso il pescato una ancestrale ritrosia. Gli onnivori ne usciranno
felici: la qualità del cibo è ottima e i prezzi onestissimi (a volte capita di mangiare pure gratis).
Due parole sono obbligatorie anche per le cortes apertas,
ultima mania perlopiù autunnale di aziende turistiche locali ed
assessorati al turismo i qualsiasi dimensione. Qui il protagonista è il
vino nuovo; per una modica cifre all inclusive (anche di bicchiere)
potete avvinazzarvi di novello fino all’alba. Il cibo è
un comprimario, una comparsata tra un calice mezzo pieno e uno
stracolmo. E il nostre forestiero, sarà sazio, sarà ebbro? Di sicuro
sarà stanco perché difficilmente troverà da sedersi. Qualsiasi sia il
santo, qualsiasi sia l’opzione festaiola per desinare sono bandite panche e sedie. Si mangia in piedi e si balla a tre passi.
P.s.
Nell’odierno mondo è bello ritrovar persone a far di conto con lapis e
block notes, ma se le numerose persone che stanno davanti a voi
vorrebbero saziarsi di prelibatezze in un tempo ragionevole, forse l’uso
di una calcolatrice elettronica potrebbe aiutare a smaltire la fila.
vedi articolo nel suo contesto
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