La città catalana ha un gruzzolo
nascosto di vie strette, di muri zuppi d’umido e di sale, che il
lento inverno prepara all’asciugatura dell’estate. Allora è la
canicola che vince, quando la mamma del sole inchioda i viandanti
ciechi e li forza a strisciare lungo gli orli dei muri: senza
accorgersene capita di arrivare all’acciottolato di piazza del
teatro, che è già sera, e prender giù storditi per i gradini del
Bisbe. Errore quanto mai felice!
Sì, è vero che la cucina a vista
sparge i fumi delle cotture, anticipa la sorpresa degli odori e forse
li staglia fin troppo sulle ceramiche chiare chiare, luccicanti sotto
le lampade dei barbuti designer milanesi. Ma la saletta lunga nei
pressi del bancone darà il sollievo della penombra e della musica
soffusa, a chi cerca respiro dalla non vita delle spiagge
arroventate. Qui nei seminterrati segreti, nel ventre di Alghero,
mani premurose sapranno offrirgli – su rustiche tovagliette di
carta da macelleria, ricercatissime! – la compagnia di una pasta
con verdurelle appena scottate, insaporite di spezie della macchia.
Un calice o due di nerissimo rosso per un oblio sereno, una vacanza
leggera e finalmente paga di un riposo senza desideri. (ma.sì)
Bonus: Nella pia e buona opera c’è una
passione sincera, per quelle cose terrestri che preparano un piccolo
cielo anche qui.
Malus: L’opera pia ha i suoi costerelli, non
altissimi... Ma è giusto: il turista neghittoso deve espiare. E
anche i ristoratori devono mangiare.
Ristorante Al Bisbe, Placa Del Bisbe 4, alias del
Teatro, Alghero
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