giovedì 22 marzo 2012

Nostagia di migrare. Bar Diva, Alghero


Sembra a vedersi un posto per caffè senza storia, per le tazzine anonime da svuotare all’impiedi in una pausa di necessità. Bar di avventori pendolari, svelti, che con rognosa antipatia sbirciano le panchette dei seduti: e anche quelli sono traballanti precari, senza valigie vere da ergere in alto, sulle mensole a rete.
No, il Diva si serba per chi necessità più stretta tiri una volta agli anfratti delle latrine; si lascia indovinare piano piano, da chi almeno ne tenti il budello semibuio, verso le stanze del retro, ai separè-divanetti in finta pelle dove le ore liete acquattano coppiette in calore. Lì, nell’ombra eterna del fuoriscena riposa ancora il primitivo bancone, di cui fierissimo e geloso andava il G. mastro intagliatore, come di femmina mala, esigente e bizzosa. Al riparo dai vuoti onori delle guide, eccolo, consiste ancora: pezzetto di legno su pezzetto, dal tassello e dall’alta scuola fatto a figura di barca gravida, che cocciuta attende carezze di cartavetro e si prepara per i viaggi a venire. (ma.sì)
Bonus
, Il vero migrante, eternamente stanco e bisognoso di riparo, troverà le solerti panchette ospitali: il tassametro gira, ma senza sbuffi di noia al troppo tuo sedere.
Malus
, Dagli angolini esanimi dello spazio, dalle pance dei fornetti e frigobar, luci impazzite di neon in miniatura si spandono, come nei bar alle stazioni di decaduto e mai risorto status.
Voti della palmanana

Ambiente: 6,5
Servizio: 6,5
Bar Diva, Piazza Municipio, angolo via Roma, Alghero


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