mercoledì 28 dicembre 2011

A pranzo con la zia. Zia Forica, Sassari, presso i giardini

La sassarese tempra è robusta, incline al rosso e – se vera tempra, vera sassarese – mai tirchia di porti il piatto colmo di dovizie tratte dal niente, miracoli della scarsità che a calzetta si rovescia in pletora, in splendore odoroso di terra e di costa. 
Qui tra le immemori trippe, nel ribollire di cordule e favate, non si spacciano scialbi souvenir: ma il nero sangue dell’asinello, e la mentuccia odorosa che screzia il culurgione, che scambieresti invano per il più dolce raviolo. Qui la Zia Forica spicca, contrafforte alle pendici di Elicona, musa ad un tempo e dea sovrana della memoria: e tu non saprai mai se ti ha preso prigioniero  il sorriso che per un istante ti è parso balenare e che in famiglia ti accoglie – tu foresto, tu orfano di tutto: nudo da vestirti, famelico da riempirti il cavo della pancia. Non sai se è stata la gentilezza burbera con cui ti enumerano by heart i piatti ricordo d’una tradizione di millant’anni e rotti; se è la voce dolente, il fondo scuro delle occhiaie, il grigio dei capelli che portano senza timori. O se di là, nelle cucine nascoste, davvero cuociono ancora pezzetti amorosi e sanguigni, per imbandire all’ospite accolto non lumachine ma tocchelli di cuore. (ma.sì)
Bonus Io no, io non ne trovo migliori.
Malus Chi lamenta la pesantezza dei sughi, chi l’ardua digestione delle cipolle e delle gratinate, e delle trippe contrarie all’uso svelto dei moderni. Ma è gente che dal dietista finirà i suoi giorni, senza sorrisi turritani, senza tortuosità di lumache.
I voti della Palmanana 
Ambiente: 8
Cucina: 8 e più
Servizio: 8 

Corso Margherita di Savoia, 39

Nessun commento:

Posta un commento