lunedì 17 ottobre 2011

Requiem al Gourmand, Tavola calda ad Alghero


Alla pacciatòria si specchiano i volti estenuati dalla fila, gli occhi proni, ravananti tra le vaschette zincate, a brucare quel che affiora dai sughi del giorno; e facce sempre stanche sono quelle che ti accompagnano il piattino di polistirene, mani sfinite ti seguono fino al termine del binario morto, a cavare il biglietto di carta termica dal registratore.
Occhi bassi, fissi, dove si posano le stoviglie e i piedi; e per chi trova posto, occhi che guardano con sospetto, o che chini sogguardano le gigantografie a colori spruzzati, le paratie allegoriche esposte a memorare la vanità dei sapori – e dunque ad allietare l'eterno appuntamento dell'affamato incauto con i cibi.
No, è meglio starsi fragili, appollaiati precari sul trampolino degli sgabelli alla vetrina. Allora il mare d'Alghero è una direzione lontana, futura, di là dell'immensa distesa della Pace: la piazza d'armi che ingoia i turisti del sedile, o gli sbarcati freschi d'aria condizionata, dalle pance degli autobus stranieri.
– Eh, Bruno!? – Non si sa più se tu non sia che un nome: se mai sia esistito il Bruno o se, naufrago, ancora esisti e ti aggiri là di fuori, senza più riconoscere i pali storti di Busquet né i fanali di Capo Caccia… Senza capire perché, tra i vassoietti zincati, lo spirito del zio Mac si gratta la bazza e sorride.
Bonus, un piatto caldo si rimedia sempre, che ricordi la festa in famiglia. Ma senza festa, senza famiglia.
Malus, qualcosa che ti porti via come un groppo insoluto, galleggiante a tre quarti tra cardias e piloro.
Voti della Palmanana
Ambiente 5
Servizio 5
Cucina 5

Self service e asporto Le Nouveau Gourmand, piazzale della Pace 39

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