martedì 28 giugno 2011

Oro del diavolo. Bar il Corsaro, Alghero

Alle pancacce legnose sederai con aria truce, masticando l’amaro di dispeptiche noie, i gomiti puntandoli a compasso sulle cornici delle mappe sottovetro. A questi tavoli si gioca così nel riverbero duro dei giorni, un caffè via l’altro, prima che la febbriciattola serotina inzuppi cuori e zucche nei Campari. Il Corsaro va colto che è ancora presto per l’ora lieta, quando hai diritto a compulsare le sue carte di straforo: quando siedi ubriaco di luce e le gratti e sfiori, a suscitare rotte e itinerari per questa baia di cui non sai più i nomi, navigante avido, speranzoso almeno di sbarcare il lunario. 
Se un tesoro nasconde l’Alguer, città bastarda figlia di ladri e di bagasse, è qui che lo hanno steso per iscritto: tra le vene vizze dei mobili, con segni incisi, o tra le rughe delle isòbare. Ma non è certo che mai lo si scovi.
Bonus: La risata grassa della parona, in chiave da cambusa.
Malus: Il sole delle vetrine acceca il poco d’occhio che ti resta, ma cercare rifugio negli anfratti del retro annacqua ogni emozione.
Voti della Palmanana
Ambiente: 6,5
Servizio: 7

Alghero, via Diez 36

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