mercoledì 28 dicembre 2011

A pranzo con la zia. Zia Forica, Sassari, presso i giardini

La sassarese tempra è robusta, incline al rosso e – se vera tempra, vera sassarese – mai tirchia di porti il piatto colmo di dovizie tratte dal niente, miracoli della scarsità che a calzetta si rovescia in pletora, in splendore odoroso di terra e di costa. 
Qui tra le immemori trippe, nel ribollire di cordule e favate, non si spacciano scialbi souvenir: ma il nero sangue dell’asinello, e la mentuccia odorosa che screzia il culurgione, che scambieresti invano per il più dolce raviolo. Qui la Zia Forica spicca, contrafforte alle pendici di Elicona, musa ad un tempo e dea sovrana della memoria: e tu non saprai mai se ti ha preso prigioniero  il sorriso che per un istante ti è parso balenare e che in famiglia ti accoglie – tu foresto, tu orfano di tutto: nudo da vestirti, famelico da riempirti il cavo della pancia. Non sai se è stata la gentilezza burbera con cui ti enumerano by heart i piatti ricordo d’una tradizione di millant’anni e rotti; se è la voce dolente, il fondo scuro delle occhiaie, il grigio dei capelli che portano senza timori. O se di là, nelle cucine nascoste, davvero cuociono ancora pezzetti amorosi e sanguigni, per imbandire all’ospite accolto non lumachine ma tocchelli di cuore. (ma.sì)
Bonus Io no, io non ne trovo migliori.
Malus Chi lamenta la pesantezza dei sughi, chi l’ardua digestione delle cipolle e delle gratinate, e delle trippe contrarie all’uso svelto dei moderni. Ma è gente che dal dietista finirà i suoi giorni, senza sorrisi turritani, senza tortuosità di lumache.
I voti della Palmanana 
Ambiente: 8
Cucina: 8 e più
Servizio: 8 

Corso Margherita di Savoia, 39

sabato 17 dicembre 2011

Premio d'argento al Pesce d'oro, ristorante ad Alghero.


Novembre e Dicembre (pre festivo) sono i mesi del rendiconto. Per i ristoranti algheresi si contano i clienti. Gli eroici ristoratori dell'aperto tutto l'anno ricevono il giusto metro di misura dalla loro clientela più affezionata ma soprattutto ben trattata. Smentiamo subito lo psiconano: “i ristoranti sono pieni”. Non è vero! Sono pieni solo taluni. Il pesce d'oro è uno di questi. La ricetta? Le ricette! E aggiungiamo, se ordinate la pizza trovate prodotti freschi e di stagione con cui abbinarla.
Bonus: i camerieri fanno i camerieri, se ci pensate, ad Alghero, non è scontato.
Malus: si avverte una leggera claustrofobia, il pesce d'oro è mezzo metro sotto terra.
Voti della Palmanana
Ambiente: 7
Servizio: 7 +
Ristorante pizzeria Pesce d'oro, via Catalogna n°12, Alghero

venerdì 2 dicembre 2011

Pasta with butter sauce. Ristorante La pergola. Alghero


Luglio, vacanzina in famiglia ad Alghero. Sabato mattina alla spiaggia Maria Pia coi bimbi e pranzo dove si va? Spunta il ristorante "La Pergola" ad annunciare pizza a mezzogiorno e non ci pensiamo due volte: parcheggio affollato (sempre buon segnale) e aria distinta. Prendiamo rumorosamente posto con i marmocchi e alla fine non ordiniamo la pizza: non ci sembra il caso né il luogo. Visto il menù pretenzioso, ci rifugiamo in un'insalata di polipo con patate e una pasta con bottarga e peperoncino. Per i bambini chiediamo una pasta in bianco. Sguardo interrogativo della cameriera. "Sí, una pasta al burro, o con un pó di olio" sviluppiamo il concetto. Crisi: va a chiamare il maître. Riformuliamo la richiesta e, dopo varie delucidazioni conclude: "Ah, una pasta all'inglese".
Riassunto: insalata di polipo con patate insipiente e raffazzonata; pasta con bottarga e peperoncino disequilibrata (a favore del peperoncino); pasta all'inglese buona (del resto ribattezzata con questo nome altisonante...).
Decorazione molto design e trendy, attese lunghe, però quando ho telefonato qualche giorno dopo a chiedere di un quaderno dimenticato, me lo hanno spedito e sono stati molto gentili.
Bonus: il giardino per i bambini
Malus: quell'aria un pó snob
Voti della Palmanana
Ambiente: 5
Servizio: 5
Cucina: 5 1/2

Ristorante La pergola, via I Maggio 3, Alghero

lunedì 21 novembre 2011

Il "più oltre" della ristorazione. Ristorante Sakura, Sassari



Nell'era della nuova secolarizzazione le frontiere del FOOD non sono da un pezzo più FAST. Tanto meno è giunto il tempo del rispolvero dell'arcaica trattoria con tovaglia a quadretti. Il centro storico è lontano anni luce, almeno a Sassari, “da quello che la gente vuole”. E così si parte, allacciata la cintura, tolto il freno a mano, scalata la marcia, freccia a destra: Sushi wok. Anzi wok e teppanyaki. Non avete capito nulla? Colpa vostra, cafoni retrogradi. Chi sa di cosa parliamo, invece, è già sul posto, con il suol bel piatto abbondante a buffet rigorosamente crudo davanti ai cuochi della piastra del gusto o del wok delle meraviglie. Siamo in Cina (ops, Repubblica Popolare Cinese), cari ragazzi, precisamente a Predda Niedda di fronte al centro commerciale “la Piazzetta”. Prezzo fisso, bibite escluse. Efficienza fordista in cuore orientale. Sta sera avete voglia di: pasta, riso, uova, pesce, carne, tofu, pane, verdura? Nella forma di: antipasti, primi, secondi, contorni, frutta, gelati, dolci, caffè, ammazzacaffè, non necessariamente in questo ordine oppure da ingerire in maniera inversa e in quantità smodata? No problem. Tutto questo lo volete cucinato alla giapponese o alla cinese? Ancora no problem., Messaggio finale per gli inguaribili bamboccioni: se evitate di pretendere le melanzane alla parmigiana, scegliendo bene, si può mangiare anche all'italiana.
Bonus: come diceva Bruno Ganz in Pane e tulipani, i cinesi "sono i più grandi ristoratori del mondo". Nemmeno qui si smentiscono.
Malus: La sera il menù costa di più e il buffet ad una certa è impegnativo per i nostri stanchi piedi occidentali. Il consiglio è andateci a pranzo.
I voti della Palmanana
Ambiente: 6/7
Servizio: 7+ (velocissimi)
Cucina: 7+

Ristorante cinese - giapponese a buffet, Sakura, Predda Niedda 6, v. Sassari.

venerdì 4 novembre 2011

La grande abbuffata, Agriturismo Piras a Palmadula


Si mangia! Si mangia in maniera semplice, essenziale, bella, si mangia tanto, si mangia bene.
Si mangia quello che è stato fatto poco prima, come da mamma.
In un frangente, come quello attuale dove tutto tende ad appiattirsi (comportamenti, stili di vita, cibi), l'agriturismo di Palmadula rappresenta un baluardo. Qui è a tavola la realtà. Le fantasie fasulle dell' “assolutamente buono” e “assolutamente vero”, da Piras son prive si senso.
Non ti senti cliente ma partecipi a qualcosa di più. È un po' come 20- 30 anni fa, in treno. Tu eri passeggero, non cliente. Era più bello, era più giusto.
Il locale è casalingo, se così si intende sentirsi a casa, a mangiare, ma soprattutto a condividere qualcosa, senza musica di sottofondo.
Bonus: il silenzio
Malus: maialetto solo su prenotazione, ma ne vale la pena
Voti della Palmanana
Servizio: 8
Ambiente: 8
Cucina: 8 più

Agriturismo Piras, Sp Baratz - Palmadula (SS)

mercoledì 26 ottobre 2011

Il Baretto. Ottimo e mai caretto. Spiaggia di Porto Ferro

State cercando l'oasi? Una è qui. Una poetessa apolide lo descriverebbe così: “Luci di raggi di sole che in rimandi spontanei si flettono sulle onde. Anfratti di dune e di venti. Spiagge di linee di mari e di cieli. Capanna di birre, gelati, caffè e arrostite. Rifugio per frequentatori sparsi fra ombrelloni a buon mercato o dell'ipermercato. Bagnanti bagnati o asciutti, nuovi e antichi, soli o mal accompagnati, disturbati o palestrati, nativi e forestieri”. A poesia conclusa una cosa però è certa, non si può rinunciare alla birra di fine spiaggia, quella che le gocce di sudore si fanno cristalline e cadono spontanee all'impatto con il bicchiere, quella che non ne basta mai una, meglio due, quella che li al baretto si gusta meglio perché la musica alternativa fa parte del paesaggio, quella che quando la bevi il sole del tramonto ti acceca con i suoi ultimi raggi orizzontali e infine quella che su una spiaggia senza crismi rimane la migliore.
Bonus, la raccolta differenziata funziona meglio che in centro ad Alghero
Malus, il sole sempre negli occhi
Voti della Palmanana
Ambiente 8
Servizio 8

Il Baretto, località Porto Ferro (SS)

lunedì 17 ottobre 2011

Requiem al Gourmand, Tavola calda ad Alghero


Alla pacciatòria si specchiano i volti estenuati dalla fila, gli occhi proni, ravananti tra le vaschette zincate, a brucare quel che affiora dai sughi del giorno; e facce sempre stanche sono quelle che ti accompagnano il piattino di polistirene, mani sfinite ti seguono fino al termine del binario morto, a cavare il biglietto di carta termica dal registratore.
Occhi bassi, fissi, dove si posano le stoviglie e i piedi; e per chi trova posto, occhi che guardano con sospetto, o che chini sogguardano le gigantografie a colori spruzzati, le paratie allegoriche esposte a memorare la vanità dei sapori – e dunque ad allietare l'eterno appuntamento dell'affamato incauto con i cibi.
No, è meglio starsi fragili, appollaiati precari sul trampolino degli sgabelli alla vetrina. Allora il mare d'Alghero è una direzione lontana, futura, di là dell'immensa distesa della Pace: la piazza d'armi che ingoia i turisti del sedile, o gli sbarcati freschi d'aria condizionata, dalle pance degli autobus stranieri.
– Eh, Bruno!? – Non si sa più se tu non sia che un nome: se mai sia esistito il Bruno o se, naufrago, ancora esisti e ti aggiri là di fuori, senza più riconoscere i pali storti di Busquet né i fanali di Capo Caccia… Senza capire perché, tra i vassoietti zincati, lo spirito del zio Mac si gratta la bazza e sorride.
Bonus, un piatto caldo si rimedia sempre, che ricordi la festa in famiglia. Ma senza festa, senza famiglia.
Malus, qualcosa che ti porti via come un groppo insoluto, galleggiante a tre quarti tra cardias e piloro.
Voti della Palmanana
Ambiente 5
Servizio 5
Cucina 5

Self service e asporto Le Nouveau Gourmand, piazzale della Pace 39

sabato 8 ottobre 2011

Bene si mangia da Mangiainbuto, ristorante a Bosa


Qualora necessitiate desinare in quel di Bosa, stimolati nell'appetito dalla terribile scalata della visita all'omonimo Castello, non possiamo che consigliarvi Mangiainbuto. Delizioso locale dalla confortevole sala interna ricavata in una vecchia cantina e da alcuni tavoli esterni protetti da tettoia. Dotato di una ottima carta dei vini, regionali e francesi, Mangiainbuto offre la possibilità di acquistare il pesce nella pescheria poco distante e di farselo cucinare nella cucina del ristorante. Altrimenti un morbido e avvolgente rosso della casa, dotato di buona struttura e gradazione sopra i 12%vol può accompagnare piatti di pasta e carne del menù del giorno. Si consiglia aperitivo di malvasia con tagliere di affettati e formaggi e confetture di frutta.
(Capitan squilibrio)
Bonus, cibi freschi, vino ottimo, prodotti di provenienza locale.
Malus, in una giornata piena di avventori i tempi d'attesa potrebbero prolungarsi.
Voti della Palmanana
Ambiente 8
Servizio 7 +
Cucina 7/8


Mangiainbuto, piazza Modoleddu, Bosa

mercoledì 28 settembre 2011

Alla ricerca dell'oro nero: da Carla, bar a Montresta

Eppoi uno dice che i miracoli non esistono! Nell'eremo di Montresta, nel bar della piazzetta in salita, nel banco frigo, in basso a sinistra della barista, si cela un tesoro inaspettato: bottigliette a piede libero di chinotto Neri a 1,80 euros al collo. Se non le avessimo portate di persona alle nostre labbra mai c'avremmo creduto. Il nostro consiglio è presentarsi a Montresta in 4 (più eventuali riserve), occupare il calcio da tavolo, calcino per il nostro il.conte (nota bene: si gioca gratis) sfidarsi per una buona mezz'ora ed infine sorseggiare l'antico liquido nero. p.s. Per noi, con il chinotto Neri, in Sardegna, è il primo incontro. p.s.2 Per i non feticisti c'è pure dell'ottimo prosecco d.o.c.
Bonus, nei fine settimana il bar si trasforma in pizzeria e su prenotazione anche in ristorante. Ordinare la famosa pasta (fatta in casa) montrestina "Sos Pipiriolos”.
Malus, nè nel bancone, nè nelle vetrinette del bar compare il leggendario pane bistoccu di Montresta.
Voti della Palmanana
Servizio: 7 + +
Ambiente: 6/7

Montresta, Bar e Caffè Adriana Maddalena Fancellu, via Amsicora 8 (OR)

lunedì 19 settembre 2011

Scarpe rotte eppur bisogna andar al Miky bar. Villanova Monteleone


Se siete ancora li a chiedervi se via Nazionale sia meglio a doppio senso, senso unico o pedonale, il nostro consiglio è di evitare di farlo in loco. A pochi metri, in discesa, dopo qualche rampa, vi troverete nella tranquilla piazzetta Casula, lontano dall' “avanti e indrè” dei rombanti e velenosi automezzi. Il Micky Bar presidio di quel pacifico rettangolo è il luogo adatto per rilassare i pensieri. Se la soluzione al quesito di via Nazionale non la troverete, non vi preoccupate: non esiste.
Bonus, la mattina, proprio di fronte a voi c'è il mercato. Il Martedì c'è pure quello più grande, quello ambulante.
Malus, siamo alle solite. A Villanova Monteleone c'è un grande caseificio e un abitante su due autoproduce salsiccia sarda. Ma tutto questo non sarà mai (per motivi a noi incomprensibili) l'accompagnamento del vostro aperitivo.
Voti della Palmanana
Servizio: 7
Ambiente: 8

Piazza generale Casula 12, Villanova Monteleone (SS)

martedì 13 settembre 2011

Di Bruno ce n'è uno, tutti gli altri..Tavola calda da Bruno di Anna e Lina


“Da Bruno” da non confondere con “da Bruno” e “da Bruno”. È si perché, se le differenze sul nome non esistono, la misura della sostanza premia (eccome) le cuoche di via Mazzini. Il romanzo popolare che accompagna la descrizione di questa certosino impegno culinario diurno (domeniche incluse) vi svelerà i retroscena scissionisti dai bruni precedenti ma è solo una goccia in mare di pietanze cucinate come diocomanda. Un consiglio, spingete velocemente i vostri vassoi verso la cassa, per pagare c'è sempre tempo, ma non per scegliere i deliziosi primi che inspiegabilmente non stazionano per primi.
Bonus, piatti abbondanti, ottimi prezzi, il sorriso nel servizio.
Malus, solo due, l'angusta saletta interna e le pietanze che finiscono presto (affrettatevi le tredicietrenta sono già soglia critica per trovare di meno).
Voti della Palmanana
Ambiente: 6/7
Servizio: 8
Cucina: 8

Self service, tavola calda, Da Bruno di Anna e Lina, Via Mazzini 69, Alghero

giovedì 8 settembre 2011

L'aperitivo

L’aperitivo è una misura efficace della qualità della vita urbana.
Ci dice in primo luogo come i baristi trattano i cittadini residenti.
Perché al ristorante il cittadino residente può anche non volere o non poter andare (credo che in media ad Alghero si dovrebbe cercare di non andare, per ragioni di qualità e di prezzo e per altre ragioni, ad esempio il lavoro nero di molti dipendenti o l'invasione incontrollata degli spazi pubblici; poi ci sono le - poche - eccezioni) e lasciarlo ai turisti.
Ma prendere l’aperitivo in casa non si può (o almeno non si può sempre e alcuni – senza terrazze o balconi - non possono mai).
Lo si prende fuori.
A Rimini, e a Rimini ci sono turisti, molti turisti, anche quando a Rimini non avrebbe voglia di andarci neppure un nostalgico dello spleen più cupo (come faranno?), l’aperitivo, e non solo nei bar prestigiosi, è quasi sempre una cosa sontuosa; credo che un barista riminese si farebbe tagliare le palle (e i baristi riminesi alle palle ci tengono) prima di servire ai clienti patatine ammuffite (comprate sottocosto il giorno di scadenza all’Eurospin) o noccioline stantie: ho visto aperitivi serviti con vassoi a piramide, gioia dello sguardo e libidine della gola (per non parlare del tè, altro che biscotti minuscoli presi in svendita alla Lidl).
E volete sapere una cosa? Si paga come ad Alghero, si paga meno di Alghero.
Mi viene in mente una risposta alla domanda lasciata in sospeso: come faranno?
Per non parlare di Torino, che – vivaddio – è Torino.
E a Genova persino.
Volete un turismo per bene e che duri tutto l’anno: cominciate dagli aperitivi.
Cominciate dai cittadini residenti.
Ma non c’è speranza.

(xyz)

sabato 3 settembre 2011

Bar dei Giardini senza giardini, Alghero

Il bar dei Giardini, bel posto. Bel posto per la gestione, sempre cortese e disponibile, bel posto per la qualità dello spazio e delle cibarie. Sarebbe un posto bellissimo se i giardini ci fossero. Il bar è un ossimoro. Giardini negati, spazi pubblici vietati, tristi recinti dedicati. Alghero merita il bar dei giardini, ridiamo i giardini al bar. (g.o)
Bonus
, abbiamo sempre apprezzato i tentativi della gestione d'elevarsi sopra la piatta media: dalla postazione internet gratuita, a quel panino con qualcosa in più, sino al giornale, nonsololocale, nonsolosportivo.
Malus, l'entusiamo però viene a mancare sul più bello e si sente.
Voti della Palmanana
Ambiente: ora 5, sarebbe di più ma dipende anche da come sarà il nuovo giradino.
Servizio: 7

Via Catalogna, Alghero

domenica 28 agosto 2011

Fatta la legge …


Servono delle buone normative. Chi può pensare che non ci debba essere un orario di chiusura dei pubblici esercizi posti in prossimità delle residenze?
Ma perché poi?
Perché non pensare che regolamentare l’orario di chiusura sia del tutto inutile e persino vessatorio: un club di fumatori di sigari, magari di mezz’età e che non bevano troppi cognac, potrebbe riunirsi in pieno centro storico in un caffè e non porre problemi anche se le sue sessioni si prolungassero tutta la notte; e perché non potrebbero essere aperti, in pieno centro, un ristorante o una enoteca? Magari una discoteca invece, meglio che si “faccia più in là”.
In ogni caso multe per chi non differenzia i rifiuti, chi direbbe che non ci vogliono? Chi direbbe che non servano zone di traffico limitato? Chi direbbe che non debba essere regolamentato il plateatico?
Certo.
Eppure.
Le direttive specifiche sarebbero più facili da applicare se ci fosse un piano o meglio un sistema di piani.
Cominciando da un piano urbanistico che preveda dei piani particolareggiati “di quartiere”. Per continuare con un piano del commercio che si intrecci con quei piani di quartiere definendo politiche (incentivi e divieto). Per finire con un piano della mobilità.
Le direttive specifiche sarebbero più facili da applicare se ci fossero processi di coinvolgimento dei cittadini (e perché no degli ospiti?) nella progettazione e nella gestione (ad esempio per i rifiuti).
Le direttive specifiche sarebbero più facili da applicare se ci fosse una gestione pubblica dei servizi pubblici.
Nello specifico: ad Alghero: ci sono troppi locali concentrati nel centro storico che è letteralmente sequestrato negli spazi pubblici (sequestrato dai plateatici formali e informali e dai parcheggi: ecco perché servirebbe un piano della mobilità), ci sono pochi locali distribuiti nello spazio urbano e nel territorio, c’è poi una scarsa differenziazione e un’assenza di specializzazione delle zone; alcuni di questi locali potrebbero e dovrebbero stare aperti per più tempo (sino all’alba, anche non d’estate), per poterlo fare dovrebbero essere meglio distribuiti, per poter essere meglio distribuiti dovrebbe esserci un adeguato sistema di mobilità (tanto per dire: la bicicletta non è un gadget per turisti, ma un mezzo fondamentale per la mobilità urbana e territoriale: le piste ciclabili, o meglio i percorsi adatti alle biciclette, dovrebbero servire a questo e rispetto a questo obiettivo dovrebbero essere valutate le scelte progettuali fatte).
Tra le direttive specifiche sono importanti quelle che limitano i rumori, e non solo a notte fonda; magari le persone preferiscono ascoltare la “loro” musica” o chiacchierare, invece di vedersi imposta musica andina o pellerossa o jam session (per originali e interessanti che siano) ogni dannata sera d’estate; mi spiego meglio: penso che il fenomeno degli artisti di strada sia interessante e per molti versi piacevole, per altri versi mi preoccupa un po’ il fatto che ci sia molta gente che si guadagna la vita anche in tarda età facendo di mestiere la “statua vivente” (non c’è nulla di meno dignitoso in questo mestiere che fare il barbiere, il professore universitario o la cubista, ma il fato che ce ne siano così tanti mi preoccupa).
Ciò premesso, che in un città ci siano molti teatranti, mimi, cantanti, giocolieri, … non è affatto spiacevole: la domanda è perché devono fare casino? Perché non possono operare senza amplificazione?
Anche qui poche norme, una presenza discreta e un qualche meccanismo di coinvolgimento di operatori e abitanti potrebbe rendere gradevole e profittevole per tutti queste presenze.
E apro un’altra questione.
Tutti hanno diritto di vivere, e una ragionevole tolleranza consente di garantire anche qualche comportamento non del tutto legale o normato.
E consente anche di garantire che, oltre ai commercianti del centro, beneficino del turismo anche altri operatori, che magari vendono olive ascolane.
E tuttavia anche questo implica una forma di pianificazione di tempi (una fiera può non essere utile farla in piena stagione e potrebbe essere pensata in relazione con un calendario di eventi) e spazi (per forza a ridosso del centro?), un pacato, attento controllo (i venditori ambulanti anche un po’ “irregolari” potrebbero essere coinvolti e regolamentati), una paziente negoziazione.
Insomma la città è di tutti e qualche attrito è inevitabile: la saggezza dell’intervento pubblico sta nel lubrificare i meccanismi e nel gestire i conflitti, avendo come guida l’interesse pubblico.
Ma la saggezza non è più una virtù. (xyz)

martedì 23 agosto 2011

Botteghina - no bottegai. Ristorante la botteghina, Alghero


Passeggi nei vicoli, e lo confondi con una macelleria o una latteria. E poi vedi i piccoli tavoli. E il bancone, che è invece piccola cucina. E il marmo. Allora leggi il menù: curioso, forse ambizioso, e ti solletica il palato. La curiosità e l’istinto prevalgono sulla voglia di sedere nel parterre plasticato delle solite trattorie-pizzerie. Ed entri.
Colori chiari, ambiente lineare, freddo ma soffice all’impatto ed avvolgente. Panche, sedie da trattoria e tavoli di marmo, bottiglie di casa (da zia ricca). Intimo socialismo nella condivisione di spazi ristretti e ben gestiti, e plurilinguismo turistico alternato a “coppiame” in complice romanticismo– come dar torto, l’ambiente permette anche questo…
Ottima la voglia di ricercare una sintesi culinaria territoriale di qualità, fresca e genuina: quasi sempre con successo. Rivisitata la pizza “centimetrata” (e il vino centrilitrato no?), vari ed azzeccati gusti: chiedere consiglio agli splendidi anfitrioni. (sak)
Bonus
, "i botteghini". Bravi, impossibile farsi odiare, nonostante nostri vari tentativi.
Malus(in stagione) prenotare, o non si mangia.
Voti della Palmanana
Ambiente: 7 e mezzo
Servizio: 8
Cucina: 7/8

Via Principe Umberto, 63


lunedì 15 agosto 2011

Via con l’evento

























La gente vuol divertirsi. Specie quando è in vacanza. E magari va in vacanza quando e dove trova da divertirsi. O ci va  quando  deve andarci, perché  al lavoro si chiude. O ci va quando  preferisce andarci perché il tempo (nei molti sensi della parola) è quello giusto.
Insomma che in una località turistica balneare d’estate ci siano concerti, spettacoli ed eventi, piccoli, medi e grandi è naturale.
Proprio perché è naturale, è bene interrogarsi su cosa è bene fare in modo “artificiale”.
Supponiamo, supponiamo soltanto, che si voglia fare in modo che gli ospiti vengano in un posto anche quando il “tempo” non è quello migliore. Supponiamo che sia possibile farlo perché anche con il “mezzo tempo” sia molto bello stare in quel posto. Supponiamo che anche il “tempo peggiore” non sia tanto terribile e magari sia adatto per qualche attività inconsueta. Supponiamo che invece di volere più gente quando ce ne è molta, si voglia cercare di attirarne quando ce ne è di meno o quando ce ne è poca. Supponiamo che un po’ quella gente già ci venga, ma si fermi solo poche ore perché (e lo dicono) non hanno niente da fare (e non sanno come muoversi), se avessero qualcosa da fare ci verrebbero di più e starebbero più a lungo. Supponiamo che in quel posto, come in moltissimi altri di quella sfortunata e tenace isola in cui quel posto si trova, vi siano molte persone che amano l’arte e la cultura e che la praticano e la vivono e che ci siano molte persone creative, senza lavoro, magari rassegnate e senza troppe speranze (magari perché le potenti congreghe di speculatori cercano di costruire le condizioni per avere sempre a disposizioni “clienti”).
Tutto ciò supposto: quale sarebbe una saggia politica degli eventi? Eventi estivi? Grandi eventi? Eventi scontati con artisti inconsapevoli, catapultati (toh, che parola!) da ogniddove?
Oppure eventi distribuiti nel tempo (anche d’estate, come è ovvio) e nello spazio (anche nel territorio e nelle periferie? Eventi molteplici? Eventi innestati sulle attività e suoi luoghi di un milieu artistico e culturale che vive tutto l’anno? Eventi grandi e piccoli gestiti dagli operatori culturali del posto, aperti a ospiti sia del mainstream sia dell’off-off. Eventi cosmopoliti e tradizionali. Eventi per tutti e tutti i giorni (se non è un ossimoro).
Se ci si potesse anche muovere e si trovassero buoni aperitivi …(xyz)

mercoledì 10 agosto 2011

Fatti più in là! Bar Buena Vista, Alghero


Muraglia o tavolino? La scelta sembra apparentemente semplice e perciò orientata sulla seconda. Quindi se non vi sedete sul bastione sappiate che le sedie del vostro tavolo nascondono due insidie. La prima: se siete in 4, due di voi la “buena vista” se la fanno raccontare dai rimanenti seduti in posizione a favore di paesaggio. Questo perché e qui entra in gioco la seconda questione, le sedie NON si possono spostare, le quattro “gambine” devono rispettare rigorosamente i segni gialli pittati per terra. Il plateatico è il plateatico è il plateatico ne abbiamo già parlato qui. Che altro dire? Prezzi medio alti alti e accompagnamento d'aperitivo con frammenti di patatine.
Bonus, Il tramonto su Capocaccia, ma 10 cm più a destra o a sinistra è gratis!
Malus, Come i peggiori amici, nel momento del bisogno, il Buena Vista non si fa trovare. Fuori stagione lui non c'è.
Voti della Palmanana
Ambiente: 8
Servizio: 5

Bastioni Marco Polo 47

sabato 6 agosto 2011

A terra! Ah, terra… Caffè Useri, sull’angolo tra via Sassari e via Simon

Appena arrivi alla città del golfo, saturo ancora delle visioni lungomare, è qui che barcolli e ti posi, stordito dalla luce e dal ronzio: qui, a lato di autobus raschianti e sornioni tassì, del mare c’è qualcosa senza immagini. Sparisce lo specchio calmo del porto, fitto di stecchi e velari ammainati, eppure la stessa luce ti assale ancora, impietosa, azzurrina, riflessa sulla pietra scabra di porta a terra, nel tremolio diffuso dei rametti leggeri, tra le palme o nel riverbero chiaro del suolo.
A passi di piombo dirigi per il padiglione a voltini in calcestruzzo festoso, sbatti annaspando la zampetta tesa, sui vetri, per la maniglia che non si ritrova. Ne resti preso, immoto, senza dire. 
Ecco, all’angolo di là dell’incrocio sgombro, sulla parete della torre, la lapide della discordia impila partigiani e repubblichini senza distinzione; stanchissimi, eternamente in sosta fila a fila, come al tavoletto dove siedi gli improbabili biscotti di Saronno.
Bonus, Le sediòle di metallo sembrano traforate nella luce, ci si sta bene.
Malus, Manca quel poco di più: il poco sforzo che si chiederebbe per addolcirne il ricordo con miele più vero.
Voti della Palmanana
Ambiente: 7,5
Servizio: 6

Piazza Porta Terra, 2
, Alghero

domenica 31 luglio 2011

L'essenza dell'assenza, bar la Bajada, Alghero

Less is more? Chi si accontenta gode. Ovvero per accompagnare una buona birra tedesca meglio l'offerta di patatine discount e arachidi appassite o niente di niente? Qui vige la seconda scelta...obbligatoria. Il tuo stomaco brontolerà ma a fine serata nessun effetto collaterale da salatino indigesto. Passati i tempi della conduzione rosa e prospe(rosa), austerità e autarchia hanno ridotto all'osso il servizio. Categorie protette: teutonici, albionici, studenti caffeinomani ed ex mariani.
Bonus: barista dotato di favella
Malus: barista dotato di favella
Voti della Palmanana
Ambiente: 7
Servizio: 6

Piazzetta Antonio Sanna, Alghero

domenica 24 luglio 2011

Cos’è uno spazio pubblico?


















Diciamo uno spazio la cui fruizione è accessibile a tutti. Almeno potenzialmente.
Alcuni spazi pubblici possono essere lasciati a libero accesso, di altri l’accesso lo si può o deve  regolare (per esempio perché se siamo in troppi a usarlo contemporaneamente nessuno può goderne adeguatamente o lo si mette a rischio).
Alcuni spazi pubblici possono essere dati in concessione a privati per ricavarne vantaggi di altro tipo rispetto all’uso pubblico.
Gli spazi pubblici non possono essere ceduti ai privati per definizione: privatizzati cessano di essere spazi pubblici (oh yes!).
Parliamo degli spazi che debbono essere regolati: se la pressione su di essi è eccessiva, può essere opportuno riservarne l’uso solo ad una quota delle persone che vorrebbero usarli o visitarli (una mostra, le grotte di Altamira): in generale, per mantenerne l’accesso non discriminante le regole non devono favorire a-priori nessuna categoria (ricchi, giovani, maschi, forti, …); si può usare il democraticissimo sorteggio, il chi “prima arriva”, la prenotazione.
Per gli spazi dati in concessione, il ritorno al pubblico può essere diretto o indiretto: il concessionario può pagare una somma (ad esempio il costo del plateatico, che l’amministrazione pubblica può, ad esempio, destinare agli asili-nido o all’assistenza agli anziani) o determinare con la sua attività un vantaggio anche alla città, ad esempi con l’incremento dell’occupazione, o assumere l’onere della gestione di alcuni servizi (che so: chi ha la concessione di un tratto di spiaggia può occuparsi della pulizia di un tratto di spiaggia libera) o entrambe le cose.
Ogni volta che la concessione risulta meno vantaggiosa di quanto potrebbe essere si ha una appropriazione indebita, tanto più odiosa perché sottrae benessere non a un altro privato, ma alla collettività e ai più deboli tra essi; una buona amministrazione calcola attentamente e dà ragione puntualmente di ognuna di queste scelte.
C’è di più: qualche volta è opportuno e necessario che si lavori a rendere più accessibili spazi che sono pubblici sono potenzialmente, che so ripulendoli dai rifiuti o liberandole da barriere architettoniche o fisiche; ancor di più: alcune volte gli spazi pubblici vanno costruiti come presidio della democrazia e dell’uguaglianza (ad esempio quelle meraviglie della democrazia viva che sono le biblioteche).
E infine c’è da dire che la gestione degli spazi pubblici può essere spesso affidata (o lasciata) all’attività diretta di una comunità che la faccia propria e la amministri, purché con apertura e senza appropriazione esclusiva.
Vi domanderete: che c’entra con Alghero, il suo centro-storico e con i locali.
C’entra, c’entra, come dimostra questo elenco di parole: plateatico, sosta, silenzio, pulizia, lavoro nero, prezzi, fogne, depuratore, amici dei politici, clientele, paesaggio, sedersi, passeggiare, chiacchierare, … 
E poi Piazza dei mercati. Spiaggetta del Solaio.
Un aiuto a trovarne altre, please! (xyz)

domenica 17 luglio 2011

Canguri e birre (moltissime le birre)

“Uei, ragazzi,  non vorremo mica insegnare a saltare ai canguri.”
















Con questa frase l’allora Ministro ci ha proposto la sua famosa lenzuolata di liberalizzazioni.
Avrà avuto ragione o torto. O un po’ ragione e un po’ torto.
Fatto sta che ora non ci sono più distanze minime tra esercizi dello stesso tipo e vincoli di licenze.
Ma non è vero che non si possano, in certe condizioni e in certi luoghi, fare piani commerciali.
È vero invece che in alcuni casi questi piani servono.
Così come si possono usare incentivi e vincoli.
Perché serve un piano commerciale ad Alghero?
Perché ci sono troppi locali dello stesso tipo in centro storico.
Perché essi attirano d’estate una folla spropositata, producendo un casino mai visto, e  sporcizia e rumore, occupando direttamente e indirettamente tutti gli spazi pubblici, privatizzandoli in modo selvaggio, e perché non attirano nessuno fuori stagione, anche quando restano aperti.
Invece, ce ne sono troppo pochi nelle immediate vicinanze.
Si potrebbe essere severissimi con i plateatici in centro storico e molto aperti nelle zone limitrofe: i lunghi lungomare (e ne riparleremo in un prossimo intervento), i giardini (come diremo qua sotto), i quartieri “di spalla” (che potrebbero essere resi belli con poco); severissimi con gli orari e i decibel in centro storico e molto elastici subito fuori (in quelle zone dove non vivono persone),  si potrebbero incentivare negozi di qualità in centro e anche, e soprattutto.  favorire giovani artisti e artigiani perché vi si installino (e sarebbero attrattivi non solo d’estate), si potrebbero pensare giardini che non siano imitazioni ridicole delle reggia di Caserta, ma spazi utilizzabili, tutto l’anno dai bambini e d’estate e nelle notti d’estate come “giardini della birra” (con birre poco care).
Si potrebbero avere regole certe per l’uso degli spazi pubblici che ne lascino liberi moltissimi (e dovremmo pensare a che fare delle troppe macchine) e molte romantiche panchine dove godere della bellezza (al posto delle catapulte, brutte e sciocche, chissà quante panchine e quanti amori …), si potrebbero recuperare altri spazi sotto e oltre i bastioni.
Si potrebbero avere zone della città a diverse velocità, a diversa intensità, a diversa rumorosità: permeabili e non separate, ma ciascuna con i suoi tempi.
Si potrebbe, ma non con questi amministratori. (xyz)

mercoledì 13 luglio 2011

Arrocco tarocco, ristorante "Le tre torri", Alghero

Tra porta a terra e la torre sul mare si erge ancora una terza torre che pochissimi chiamano per nome, e sotto, la sera, è un fitto accampamento di tende leggere che si dispiega dove una volta c’erano le mura, i fossi. Drappelli di turisti al meritato rancio annusano l’aria con l’indice teso, che dubitoso oscilla tra le labbra e le lavagnette dei menu, nell’incertezza della mossa. Poi tocca alle dame del "Tre torri" servire le carte e le improbabili ceramiche fatte a foglio: tre cameriere sollecite ed altere, come fossero una persona sola tre volte riflessa, tre lustri invecchiata ogni volta. Ecco, ora si sfila una rete di reciproci imbarazzi, un rito di timidezze e malcelati intrighi nel dispensare vivande unte di sughi pesi. E tu, manducante turista al lume delle lampe, subisci il fascino e il disagio del gioco, tu incauto, mentre ti pasci dell’aria brezzolina.
Sopra il conto che la padrona compila a fine pasto, i seni sporgono troppo, mettono a disagio.
Bonus, Il mare non si vede, ma fa la sua parte nello stordimento felice della sera.
Malus, Il caffè va preso alla pasticceria vicina, ma è troppo tardi per grattarne la vetrina.
Voti della Palmanana

ambiente 7,5
servizio 6 e mezzo
cucina 6

Largo San Francesco, 6, Alghero

lunedì 11 luglio 2011

Tra partenze e ritorni, Bar dei Giardini, Alghero

C’è chi rinuncia allo spettacolo del mare pur di cercar rifugio all’ombra dei giardini: ti aspetteresti popoli dalla pelle bianchiccia, spruzzata d’efelidi e schiumette parasole, intolleranti alle luci delle primavere. Insieme ai pochi pendolari dei pubblici trasporti, è gente che gratta nell’attesa la rete stirata di pvc: non sa aspettare si disfi l’eterno cantiere, perciò staziona sui muriccioli di contorno al negato parchetto e piano piano cederà alle lusinghe delle porte a vetri. 
Ecco: di là dei tre gradini, lontano dagli effluvi amari degli autobus, finalmente, accaldati giramondo a sorbir bibite dentro il modesto ritaglio di natura lastricata a cemento, anche loro sognando accessibili palme, ma ignari della nostalgia dei doviziosi aperitivi d’un tempo, cavati dal cuore dei sardi ospitali e dalle coratelle del sempre caro maiale. 
Intangibile ai fenomeni del caldo e del freddo, fatto pietra, il volto dell’odierno barman sta dietro il bancone, solitario, come muretto  indifferente alle tenerezze del sedere altrui, sempre egualmente inerte allo strusciare di quelli che tornano, di quelli restano.
Bonus, Un bar serve anche a questo ristoro dell’attesa, a far più sopportabile il fardello del viaggio che ti spetta… o no?
Malus, Si è dato aspetto di lucente efficienza, ma il cuore dell’ospite, proprio, non è più quello di una volta.
Voti della Palmanana
Ambiente: 6
Servizio: 6

Via Catalogna, Alghero

giovedì 7 luglio 2011

La notte è piccola per noi …

Il bello delle città è che ci vivono persone diverse.
Ho degli amici che insegnano e studiano urbanistica e quel che mi dicono è che uno dei grandi obiettivi degli urbanisti è realizzare le condizioni perché persone diverse per reddito, interessi, età, stili di vita, religione, etnia, ..., possono viverci e possano interagire (un’interazione che non sarà mai priva di conflitti, ma che se è una città è ben progettata e ragionevolmente giusta, sarà possibile e feconda).
E quel che serve è un buon progetto, sono piani intelligenti e flessibili, regole semplici e condivise e l’uso della ragione e della forza per farle rispettare.
Queste regole riguardano la localizzazione degli esercizi, l’uso degli spazi pubblici, la distribuzione degli eventi, le norme di esercizio (a che ora si chiude, in che contenitori si vende la birra, il numero di decibel massimo, …).
L’ordine è in parte casuale, a parte che all’ultimo posto c’è l’azione che viene per ultima (non la meno importante, ma quella che viene dopo le altre e che funziona solo se ci sono le altre).
Cosa servirebbe per Alghero mi piacerebbe raccontarlo ai “lettori” della palmanana in quattro puntate, una per ciascuna “regola” più una che parlerà di cosa vuol dire una città ragionevolmente giusta.
Ma solo se interessa…(xyz)

lunedì 4 luglio 2011

Doppi prezzi, doppi servizi?

Come algherese acquisito godo anche io di questo privilegio.
E, tutto sommato, mi fa comodo.
Parlo del famoso, e molto chiacchierato, doppio prezzo all’algherese.
C’è del buono e c’è del cattivo (anche ad Alghero, come in Danimarca).
Non è insensato che i pubblici esercizi pratichino uno sconto ai clienti abituali.
Uno sconto che può assumere ad esempio la forma: “paghi, anche da seduto, il prezzo delle consumazioni al banco”.
Rientra nella “politica” dell’esercente e potrebbe essere una prassi estesa agli ospiti fuori stagione (una sorta di happy season).
Quel che fa scandalo è il doppio prezzo all’insù; ovvero gli algheresi pagano quel che devono e gli altri un delta in più (un delta la cui determinazione è spesso lasciata all’intelligente occhio del cameriere).
Ma quel che fa davvero scandalo è – come per gli aperitivi – la scarsa qualità del prodotto e del servizio.
Un atteggiamento predatorio che è poco lungimirante e che è nemico della “destagionalizzazione”.
Quando riusciremo a convincerci che uno degli elementi-chiave per attrarre persone, quando non lo fa da sola la natura, è il passa-parola, anche quello telematico?
Temo mai. (xyz)

venerdì 1 luglio 2011

Fischia il vento. L'ambat caffè, Alghero


Il primo amore non si scorda mai, come la vista del plateatico verso sud-sud Sardegna. Semplicemente un bar da aperitivi ma, almeno, se chiedi crodini, gingerini e chinotti non ti guardano come un afro nell'Illinois. Ci sarebbe pure il B&B al piano superiore, il coordinamento però con il bar non è perfetto.

Bonus, In caso di maltempo una delle due salette interne contiene comodi divani.
Malus, Prezzi medio-alti soprattutto in stagione estiva.
Voti della Palmanana
Ambiente: 7,5
Servizio: 6,5

Bastioni Colombo 1, Alghero

martedì 28 giugno 2011

Oro del diavolo. Bar il Corsaro, Alghero

Alle pancacce legnose sederai con aria truce, masticando l’amaro di dispeptiche noie, i gomiti puntandoli a compasso sulle cornici delle mappe sottovetro. A questi tavoli si gioca così nel riverbero duro dei giorni, un caffè via l’altro, prima che la febbriciattola serotina inzuppi cuori e zucche nei Campari. Il Corsaro va colto che è ancora presto per l’ora lieta, quando hai diritto a compulsare le sue carte di straforo: quando siedi ubriaco di luce e le gratti e sfiori, a suscitare rotte e itinerari per questa baia di cui non sai più i nomi, navigante avido, speranzoso almeno di sbarcare il lunario. 
Se un tesoro nasconde l’Alguer, città bastarda figlia di ladri e di bagasse, è qui che lo hanno steso per iscritto: tra le vene vizze dei mobili, con segni incisi, o tra le rughe delle isòbare. Ma non è certo che mai lo si scovi.
Bonus: La risata grassa della parona, in chiave da cambusa.
Malus: Il sole delle vetrine acceca il poco d’occhio che ti resta, ma cercare rifugio negli anfratti del retro annacqua ogni emozione.
Voti della Palmanana
Ambiente: 6,5
Servizio: 7

Alghero, via Diez 36

mercoledì 22 giugno 2011

Un codice genetico à la carte, tra Clint Eastwood e Russel Crowe. Bar (trattoria) delle Ninfe, Alghero

Cosa avvince nello stesso destino un figlio e un foglio, sul ballatoio di un saloon sardo che sovrasta la spiaggia a pochi metri dal bagnasciuga, al centro di una baia che fu già florido porto romano? D’inverno come d’estate, a mezzo giorno o a notte fonda, entrambi sfidano tramontana e scirocco, mareggiate e gelate; impassibili ai leoni agostani e ai cani randagi, ignari della ressa e della solitudine, scrutano l’orizzonte oltre le mamme con carrozzina armata, i racchettoni rompicoglioni e le mucillaggini, (quando ritornano). Stanno lì eterni, Raffaele, il figlio del padrone, e il foglio del Menù, anch’esso parto di sua mamma, la cuoca delle retrovie: il primo dorme in roulotte, dietro al ristorante anche nella stagione fredda, quando calano i pinguini dalle terre corse e i lupi mannari dall’entroterra algherese; il secondo ‘figlio’ ingiallisce ma non molla, non cambia da anni, da sempre, da quando hanno inventato le melanzane alla parmigiana e l’homo sapiens ha scoperto il fuoco per friggere i calamari. C’è dell’epico in questa fedeltà al menù preparato dalla madre sotto il tetto costruito dal padre, un comune destino di figliolanza tra cibo e Dna, un codice genetico che si tramanda su carta, una carta che si fa discendenza, fratelli su una lingua di terra salgariana, a testimoniare che passano le nuvole e si alternano i soli, ma che non tutto cambia sotto il cielo sardo, anzi, ad insistere contro la corrente e a urlare contro vento, che per fortuna “Todo non cambia”. Per gli avventori che invecchiano con loro, il menù può essere declamato meglio di come Gassman leggeva Dante, con fierezza pari quasi alla declinazione della formazione di Italia Germania (e per favore non chiedeteci di quale anno!) o di Italia Brasile: in attacco a sinistra spaghetti alle vongole, a destra, spaghetti al sugo di melanzane (ma politicamente è chiaramente il contrario), al centro, patatine fritte o insalata verde, in difesa calamari fritti, o parmigiana, in porta la crema catalana, arbitra il jukebox all’angolo destro della sala. Provate ad andarci alla mezza e a restarci fino alla notte, vi sentirete come Jekyll e Mr. Hide. Solo che di giorno vorreste far fuori tutta la pipinara, come Clint Eastwood in Gran Sassari che nella sua veranda sbevazza birra Ichnusa tutto il tempo, e di notte vorreste fare l’amore sul bagnasciuga, come Russel Crowe, mentre sussurrate parole in latinorum alle conquistate ninfe venute dal nord. (Giaccophil)
Bonus, Telefonando prima, potreste mangiare dell’ottimo pesce fresco a prezzi accessibili.
Malus, Piatti e servizio di plastica, dal jukebox escono spesso dei mostri.
Voti della Palmanana:
Ambiente: 8
Servizio:8
Cucina: 8
Pineta Mugoni, zona Porto Conte, Alghero

lunedì 20 giugno 2011

L’eterno Judge, Bar, Alghero

Se tu t’infili per le strettoie del bancone, se trovi posto sotto la volta sassosa, alle remote panchette di legno o per le sediòle abbarbicate ai muri, allora lo schermo dispensatore d’immagini potrà sottrarti allo spettacolo sottile. Attento, è inaudibile quasi: dall’alto del bancone, il giudicante barista squadra il tempo immobile di sua giurisdizione, emette verdetti brevi, in algherese stretto. A te tocca tacere: non dovrai chiedere il solito, ché l’eterna bibita ti è associata ab origine, con impronta a fuoco. Dal primo passo compiuto sei predestinato a quell’ordine, hai posto a sedere tra gli avventori eterni, come sassi scolpiti da un dio immemore per un rito negletto di riconoscimenti e riconoscenze. Violoncellisti, pescatori di orate, portatori di barche da riccio, li vedi scorrere e fissarsi silenziosi, lentissimamente, sulle pareti sgocciolanti del vivere. Tu afono, tu pure fatto testimone di questa galleria o grotta muta, che si confida una volta per sempre.
Bonus, Tra jazz e rock, si sta come nelle più serene cattedrali.
Malus, Speleologi e gechi frequentatori di cripte, non ne trovano: ma gli altri avranno da ridire…
Voti della Palmanana
Ambiente: 7
Servizio: 7

Via Simon 28, Alghero

venerdì 17 giugno 2011

Serate un tanto al metro. Pocoloco, ristorante pizzeria, Alghero

Grande come un supermercato, buio come un magazeno. Il pocoloco, stretto nel suo temperamento jazz, fatica da sempre a diventare luogo. Eppure ce la mette tutta, accumulando camaleontici trasformismi: ristorante, discoteca, video pub, bowling, internet caffè, living jazz. Per poi essere ricordato solo per la pizza al metro.
Bonus, C'è sempre posto e la cucina chiude tardi.
Malus, Fuori fischia il vento, dentro fischiano le orecchie: decibel troppo alti.
Voti della Palmanana
Ambiente: 6
Servizio: 5,5
Cucina: 6

via Gramsci 8, Alghero

mercoledì 15 giugno 2011

Per tutti un po’ di pane, Focacceria Il Milese, Alghero

Sotto le tende da giardino l’umanità dispersa d’Europa si assiepa, si raggruma a bioccoli, strusciando sedie e tavolini ferrosi: è un pacifico ingorgo di occhi e mani che frusciano, di denti ruminanti a lungo le croste nere delle panfocacce. Poi si alleano volonterosi dagli uffici, lavoratori dei servizi, a tutte l’ore: la rashàuar si espande al modo d’unto sulle carte oliate, e accanto alle auto scoppiettanti per la rambla sono sempre file e file di umani, in attese infinite per uno scontrino da declamare a voce alta e chiara. 
C’è la gran strada, invalicabile, di mezzo e il mare, il porto li intravedi soltanto – sopporti ogni cosa per un po’ di pane, per un’idea di mare. Ma questa apertura celeste ciascuno l’avverte davvero, ampissima, a un passo: e la luce dell’aperto pascolo invincibilmente ci attrae, come schermo di televisione accesa apposta per noi, viandanti famelici – per tutti noi, eliòtropa semenza del pianeta.

Bonus
, Qui ci si sfama e disseta per molto meno di trenta denari.
Malus, Le focaccette sempre più smilze, sempre più pane passato per focaccia…
Voti della Palmanana
Ambiente: 7 più
Servizio: 6 meno meno

via Garibaldi 11, Alghero

lunedì 13 giugno 2011

Perbacco! la simpatia non è in vendita, bar/tavola calda, Alghero

Oh tu turista illuso di trovar simpatici conforti nella cittadina di mare, volgi gli occhi alla passeggiata Busquets e sul finir della stessa, sotto ampi tendoni, par trovar riparo l’alma tua affranta sotto l’ombra del Perbacco.
Come girone dantesco tu ch’entri non sai quando n’uscirai. Il tempo è una variabile ignara e di te ignava. L’ordinazione segue ad una lunga contemplazione del lungomare e la fame ti corre d’appresso mentre i camerieri altrove s’affannano. Ahi guai ed alti lai del vostro stomaco attendono per lunghe fratte l’appressarsi della desiata vivanda.
Come colombe dal desio chiamate le vivande giungono, alfin, sospirate.
Altro è se per gioir del breve lasso di tempo ante del desco desideri nutrirti di piccoli spizzichini. Guai a te anima prava se oserai ber caffè unito alla patata fritta: occhi di bragia dei camerier ti fulminerann nella tua scortesia. Disgusto nei loro occhi che resta osserverà, rimuginando, il tuo vile gesto. Ma che aperitivo funesto!
Perbacco, infin si esce a riveder il porto, ma perbacco che conto! (g.o)
Bonus: Al mattin, con far circospetto, potrai trovare delle paste gradevoli, unite al poco trafficar delle persone
Malus: La simpatia dei camerieri, sempre bofonchianti nei tuoi confronti
Voti del Perbacco
Ambiente: 6
Servizio: 4
Cucina: 5 e mezzo

Via Garibaldi 29, Alghero

giovedì 9 giugno 2011

Da sorbire con moderazione - Agorà Caffè, Alghero

Per i viottoli della città vecchia, i senza paese vagano in cerca dell’altro lato d’una cattedrale ancipite, traviati dallo stridore degli stili. Succede anche qui, ai bordi del quartiere popolare, dove due ingressi opposti, segretamente complici, dànno accesso ai medesimi fasti. Pareti tirate a stucco, dentro, neri parterre ti aspettano: ripiani lindi a specchio fan mostra di accoglierti, viandante, con sorrisi equivoci di riconoscenza. E dappertutto un’aria di vanità metropolitana, di locale à la page. Dappertutto è il sogno di un’Alghero da bere che sorge agli orli inzuccherati del Santagostino: si è scrollata di dosso le proprie origini dubbie e sputa il nocciolo oscuro con garbata educazione. 
Ah via, via sotto gli ombrelloni del recinto: unica oasi qui di vivo silenzio – deserta agorà dove è concesso starsene in pace con i fantasmi del vecchio, del bianco.
Bonus, La piazzetta all’aperto è davvero una benedizione, e i barman in divisa servono anche qui l’ottimo Illy.
Malus, La tivù, i suoi menù fissi: qualcosa di più forse si potrebbe fare.
Voti della Palmanana
Ambiente: 8
Servizio: 8

via Sant’Agostino 30, Alghero

mercoledì 8 giugno 2011

Requiem al cubo, ristorante-bar-circolo ARCI, Alghero

È mancato all'affetto degli aficionados il ristorante-bar-circolo ARCI ai più noto come il CUBO. Ne danno il triste annuncio alcuni clienti buongustai ma con limitate capacità di portafoglio, i comuni fruitori del bar del piano terreno, i patiti del calcino memori delle titaniche pugne contro il duo d'eccezione Renato + Morgana (ancora risuona la canzone dei Litfiba... Morgaannaaaa!). L'ingresso oscuro, l'ambiente dimesso, l'arredo inspiegabile (sedie e tavoli in giunco - chiaramente da esterni - al primo piano) celavano potenzialità gastronomiche inusitate per la città, e anche la selezione dei vini era all'altezza della cucina.
Come spesso accade, e sicuramente qui più che in altri casi, è peggio per chi resta. (il.conte)

Bonus: cucina ottima, buona compagnia
Malus: poco spazio, sedie scomodissime
Voti della Palmanana
Ambiente: 6,5
Servizio: 7,5
Cucina: 8,5

via Ardoino, 90 / angolo via Marostica (Ora c'è scritto affittasi)

domenica 5 giugno 2011

Illusioni di cuccagna. Il ghiotto, Alghero

Ogni cosa del mondo che conosci per vera, lasciala fuori e seguilo: tuo dio sarà qui, nelle catacombe ghiotte, il grasso arcimboldo dall’insegna di verdure. È lui l’idolo che a tutte l’ore imbandisce una cuccagna di apparenze sotto vetro – lui che apparecchia indigeribili abbuffate e, con uno schiocco di palato, evoca a chiudere torte da sogno, pittoriche e sciape come la colazione di Pinocchio.
I farfalloni turisti dalle lingue arrotate sbatacchiano tra le vetrine e i banconi, accecati dallo sfavillio del lowcost, per risvegliarsi presto nelle lor case straniere. Ma chi conosce la via del ritorno al Ghiotto, avrà diritto alla segreta gioia: già, tra i depositari del culto in divisa, muove in tuo onore una simpatia sottile. Coraggio, il caffè di tout l'heure ti aspetta. Una gentil commessa te lo porge, una volta ancora, insieme all’enigma dell’inconsistente alternativa: tra i piaceri dell’occhio e i saperi di un gusto che pur vorrebbe la sua parte.
Bonus, L’emozione della fantasmagoria stuzzichina.
Malus, La delusione del desiderio che, si sa, è permaloso.
Voti della Palmanana
Ambiente: 6
Servizio: 6
Cucina: 5/6

Piazza Civica 23, sull'angolo, Alghero

venerdì 3 giugno 2011

Odori di mare in bottiglia. Bar "in Centro", Alghero

Zuppo di sfiati grossi e di umani afrori, questo posto è un limbo opaco, denso, come l’acqua dei moli pur lontani: stesse sono le fioriere di cemento, gli sbarramenti fuori, stesse le difese. E come il liquido nero del porto, qui l’acquavite accoglie ogni cosa che si attarda al margine del vivere: gli alcolici effluvi sono meduse ardenti, sospese a mezz’aria sopra il sapore delle bibite al banco. 
Uno silente, l’altro baldanzoso, i due baristi si danno il cambio notte e giorno a sorvegliare gli avventori silenziosi: gli habitué immersi come pesci ciechi in acque dure, ammutoliti al ronzio dei televisori che cantano catastrofi improbabili o lontane. Troppo lontane sempre, per turbare chi ne ha sentite ormai di tutti gli odori.
Bonus, Un buon caffè non ti sarà negato neanche all’alba, per le preste partenze, nell’inverno.
Malus, Ogni volta qui, senza rimedio, la sensazione d’esser finiti nell’acquario sbagliato.
Voti della Palmanana
Ambiente: 7
Servizio: 7

Alghero, via Mazzini, 25

mercoledì 1 giugno 2011

Tirami su in paradiso. Ciro, Alghero


Lo sfavillio delle cere e degli ottoni lustri si spande sulle maniglie delle porte a vetri, a preparare l’incanto, e le bellezze ti sorridono dai banchi carichi di paste. Ma i tre tavoli son sempre inospiti e contesi; i posti in piedi, alla mangiatoia, esposti al motteggio dei barman in divisa. Non lo diresti affabile né grato, questo luogo: ricco sì, ricchissimo di lusinghe per la lingua e gli occhi. Luogo dove la parca vita, di sé paga, cede al desiderio senza requie che si rammarica di più non potere. 
Avidamente ingolli bocconi dolcissimi di paradiso, a tirar su le fiacche energie, e nel mentre sorbisci la créme della città, che qui si frolla e sfila nelle delizie del bengodi. 
L’eterna Padrona siede al pulpito del registratore di cassa, tutto osservando, compiaciuta. È lei la regista occulta del baratto: lei che scandisce, con voce inerte, il prezzo dell’antichissima fame dell’oro.
Bonus, Buono, buonissimo, tutto quello che si può gustare.
Malus, Dove il palato non arriva, nemmeno un po’ di cuore: si detta qui, solenne, questa legge dell’anatomia.
Voti della Palmanana
Ambiente: 6
Servizio: 5
Pasticceria: 7

via Sassari 35, Alghero

martedì 31 maggio 2011

barbabar... Imperial Bar, Alghero

Nel grande dilemma dell'umanità si classifica subito dopo ènatoprimal'uovo o lagallina, parliamo quindi di primi posti. Facile no? Risposta per i più lenti: è l'avventore che fa il bar o è il bar che seleziona l'avventore? Giuro che una risposta ad Alghero c'è. Ci spieghiamo, parte uno: la continuità territoriale con un lembo universitario ha provocato un cambiamento epocale ad un bar di periferia. Ma chi o casa è cambiato? Non fatevi far venire il mal di testa, per capire andateci. Accorgimenti, ovvero parte due: anche quest’oggi passerà inavvertito, come la barba tenera che cresce e poi d’un tratto pizzica sul collo. Lungo il bancone lucido, oggi ancora, i cucchiaini rintoccano a rimestare caffè amari; bicchieri d’acqua vanno giù leggeri; qualcuno consuma astratto, su un piede solo, poggiando l’altro alla colonna ben rasata. Bar da barcamenarsi nelle belle speranze anni Ottanta.
Bonus, Le storie che racconta, inquietante e cortese, il capobanco.
Malus, L’imperial noia, che non si può spiegare.
Voti della Palmanana
Ambiente: 7,5
Servizio: 7,5

Via A. Lamarmora 5, Alghero

sabato 28 maggio 2011

Borderlife sull'orlo del bicchiere. Bar la Plata, Alghero


Attento, è una trappola sottile, la stanzetta dove hai messo il piede: una gabbietta ormeggiata al pontile, che scricchiola alle brezze di ponente. E ogni volta pare la città ti saluti: con cenni tremolini sventola tovaglioli di carta all’abbrivio apparente del vagone. 
Credi tu di prendere il largo, mentre sbirci l’acqua nera dei moli, e veleggiare per l’aria limpidissima lasciando che ti porti? L’algherese incanto qui sortisce un’ottusità cristallina, tirata su dal fondo dei bicchieri; qui, tra lucori e stolidi riflessi, l’incantamento spossa e sperde. 
Ronza una moschina vanesia: batte e batte le ali, fragilissime, a cogliere l’inghippo della dura trasparenza.
Bonus: La tv da due pollici è ad uso esclusivo del barista, a te l’altro spettacolo tocca di diritto.
Malus: Il caffè più cattivo che si possa.
Voti della Palmanana
Ambiente: 9
Servizio: 6

Lungomare Garibaldi, Alghero

venerdì 27 maggio 2011

Lemonade! Lemonade! Lemon & Orange Bar, passeggiata a mare, Alghero

I miraggi delle plaghe deserte sorgono anche lungomare, su passeggiata Garibaldi, negli estivi passeggi al solleone. Quando è stagione risbocciano, questi tondi chioschetti al colore d’arancia o di limone, come i ghiaccioli d’una volta; arrivano con i sudori primaverili, i tentatori, schiudendo le labbra al desiderio di frescura. Non son luoghi per la fedeltà coniugale, ma per le rapide passatelle di giovinezza, leggere toccatine, limonate a basso prezzo.
Eccolo, arriva il diaccio bicchiere che ti spetta: la ragazzetta splendida ti porge la polta gelida da tirar su a lunghi sorsi bramosi. C’è caldo, ronzio: tutto s’appanna sotto i tuoi occhietti appena schiusi, le labbra in fuori vanno a brucare i sugosi bocciòli, sotto le scorzette del bikini. E questo sapore di limonina chiama una pila di piatti da lavare.
Bonus: La bibita è piccicosa, sì, ma non fa fili.
Malus: Patacche, patacche infinite.
Voti della Palmanana
Ambiente: ?
Servizio: 6 meno meno

giovedì 26 maggio 2011

Mollate gli ormeggi. Bar Arcobaleno, Alghero

Un vero "porto di mare", lontano dal porto, lontano dal mare. Doppio schermo al plasma ma telecomando sotto la rigida sorveglianza della gestione famigliare. Apprezziamo l'assenza di internet e di sottofondi musicali heavy rotation asincroni. Sin qui l'innovazione. La tradizione: focacce farcite, tramezzini, birra e vini buoni a buon mercato.
Bonus, Sentirsi a casa, lontano da casa.
Malus, Il plateatico esterno costretto tra un micro marciapiede e una doppia fila di automobili.
Voti della Palmanana
Ambiente: 6/7
Servizio: 8


Via Mazzini 21, Alghero